HO UN CERVELLO SOTTO IL VELO!

9:16 AM

Ha inizio da un provocazione o un’ovvietà spesso inosservata il libro della giovane bresciana Nadia Zatti : 22 anni e laureata in scienze politiche all'Università degli Studi di Padova, per la tesi triennale decide presentarsi con un tema scottante, perché intrinseco del difficile rapporto tra Oriente ed Occidente, ovvero “il velo e le donne musulmane”.
L’innovazione arriva dall'ispirazione : non una semplice inchiesta accademica, ma una testimonianza di solidarietà che nasce da un sentimento limpido e sincero, il quale prende i colori di un’amicizia coltivata tra i banchi di scuola:

  “…Un pensiero speciale va alla mia indimenticabile compagna di banco e di avventure Cadigia,  perché con la sua grinta e la sua forza è stata capace di svelarmi punti di vista diversi sulle donne musulmane e dalla sua amicizia è nata l’idea ed il desiderio per questo lavoro…”

Nadia Zatti e l'amica Cadigia El

Una tesi che si trasforma in un libro, perché carica di un messaggio troppo importante per rimanere relegata negli archivi  universitari, o nella libreria degli orgogliosi genitori: conoscere per poter giudicare, conoscere per poter imparare, conoscere per poter amare. Un libro ben scritto e ben strutturato: da una prima parte introduttiva e prettamente teorica, riguardante il rapporto tra l’Islam e il tema del velo, si passa poi al cuore del lavoro, ovvero una raccolta di interviste rivolte in prima linea a 10 giovani donne di fede musulmana, ma diversa provenienza, per capire le ragioni che spingono ad indossare o meno questo simbolo di fede e d’identità culturale, facendo chiarezza anche sulle difficoltà che queste incontrano nella vita di ogni giorno a causa delle proprie scelte; a chiudere il giro di interviste anche due uomini, impegnati seppur in modi  diversi, per donare un fondamentale contributo al dialogo tra musulmani e non, ovvero Issam Mujahed (presidente dell’associazione Consiglio delle Relazioni Islamiche Italiane ; CRII )e Don Fabio Corazzina. 
  “Una persona sta bene con gli altri quando sta bene con sé stessa: metto il velo ma se sono simpatica sono simpatica, se sono bella sono bella lo stesso, quella che sono, sono e ho un cervello sotto il velo!”   (dall’intervista ad Amina, giovane studentessa italiana di origini marocchine; “Ho un cervello sotto il velo”, Nadia Zatti)  
                                                                                                                                                                                                   Lo scorso Sabato 4 Maggio, presso il Bookstop Libri&Coffee in via Leonardo Da Vinci, si è tenuta una presentazione ufficiale del libro, (pubblicizzata anche da un breve articolo sul Corriere delle Sera) alla quale non è mancato un folto pubblico curioso ed attento,  all'interno del quale figuravano alcune delle giovani donne intervistate: all'introduzione dello scritto ha fatto seguito un dibattito interessante ed attivo, dove domande, curiosità e chiarimenti hanno lavorato insieme per abbattere i mattoni del pregiudizio, della paura e dell’ignoranza. I mass media hanno atrofizzato la capacità di giudizio delle persone, spesso valorizzando i lati più bui di questioni delicate come questa, inducendo sempre più persone a rifugiarsi negli stereotipi che impediscono la possibilità di un dialogo tra le diverse culture: questo libro è un invito all'Occidente a guardare oltre i suoi confini, per comprendere se stesso attraverso il dialogo con ciò che non conosce. Un invito rivolto a Brescia, che essendo una delle città italiane con il più alto tasso di stranieri sulla popolazione totale, potrebbe approfittare dell’occasione offerta da questa giovane concittadina per diventare un esempio di apertura ed integrazione, rinunciando ai bui cunicoli della diffidenza e del pregiudizio: il gioco sta nella quotidianità e noi giovani possiamo fare la differenza,con un sorriso, un saluto, un fatidico "ciao" che può aprire le porte a nuove occasioni d'incontro, e perchè no, di amicizia, riuscendo dove spesso i nostri padri si arrendono...  

It’s just a piece of cloth
It rocks the world
It shapes a civilization
A civilization misread

It’s trapping, says the untutored
It’s oppressing, echoes the unlearned

The veil is my body
The veil is also my mind
The veil defines my cultural identity
The veil is who I am

Your slurs and instructions
That I rip it off my head
Is a rape of my body
An invasion of my land

It’s just a piece of cloth
But after Palestine, Iraq, Afghanistan, Maluku, Kosovo
This is all I have.

 (E’ solo un pezzo di stoffa/ Turba il mondo/ Plasma una civiltà/ Una civiltà fraintesa/ Costringe, dice l’incolto/ Opprime, fa eco l’ignorante/ Il velo è il mio corpo/ Il velo è anche la mia mente/ Il velo definisce la mia identità culturale/ Il velo è ciò che sono/ Le vostre denigrazioni e prescrizioni/ A che io me lo strappi via dal capo/ Sono una violenza sul mio corpo/ Un’invasione della mia terra/ E’ solo un pezzo di stoffa/ Ma dopo la Palestina, l’Iraq, l’Afghanistan, le Molucche e il Kosovo/ Questo è tutto ciò che ho)

Nor Faridah Abdul Manaf, poesia intitolata: “The veil, my body” /Il velo è il mio corpo

NOTA:
-la prossima presentazione del libro avrà luogo Giovedì 6 Giugno, presso la Biblioteca di Concesio (Bs).
-il libro è acquistabile online e nelle librerie (su prenotazione).
-pagina fb: https://www.facebook.com/pages/Ho-un-cervello-sotto-il-velo/486660668049362?fref=ts
-sito ufficiale: http://cervellovelo.tumblr.com/  

Written by: Stella

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